Domenica 30 gennaio celebriamo la Festa della Famiglia. Lo scorso 26 dicembre il Papa ha regalato a tutti noi per la prima volta una Lettera agli sposi: un dono prezioso e un incoraggiamento che giunge in un momento difficile per le famiglie di tutto il mondo a causa del perdurare della pandemia. La Lettera spinge a vivere intensamente la vocazione al matrimonio. La famiglia che ne scaturisce è una ricchezza e un dono per la società e per la Chiesa. Qui alcuni stralci:

Abbiamo vissuto l’incertezza, la solitudine, la perdita di persone care e siamo stati spinti a uscire dalle nostre sicurezze. (…). La relazione con Dio ci plasma, ci accompagna e ci mette in movimento come persone e ci aiuta a uscire dalla nostra terra, in molti casi con un certo timore e persino con la paura dell’ignoto, ma grazia alla nostra fede cristiana, sappiamo che non siamo soli perché Dio è in noi, con noi e in mezzo a noi.
(…)

Come Abramo, ciascuno degli sposi esce dalla propria terra fin dal momento in cui, sentendo la chiamata all’amore coniugale, decide di donarsi all’altro senza riserve.

Così, già il fidanzamento implica l’uscire dalla propria terra, poiché richiede di percorrere insieme la strada che conduce al matrimonio. Le diverse situazioni della vita – il passare dei giorni, l’arrivo dei figli, il lavoro, le malattie – sono circostanze nelle quali l’impegno assunto vicendevolmente suppone che ciascuno abbandoni le proprie inerzie, le proprie certezze, gli spazi di tranquillità e vada verso la terra che Dio promette: essere due in Cristo, due in uno.

Un’unica vita, un noi nella comunione d’amore con Gesù, vivo è presente in ogni momento della vostra esistenza. Dio vi accompagna, vi ama incondizionatamente.

Non siete soli!

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Domenica scorsa abbiamo vissuto l’appuntamento del Quaresimale dialogando ancora una volta tra laici, (Daniele e Chiara) e sacerdoti (don Federico e don Armando). Il tema era la famiglia e le relazioni vissute in questi mesi di pandemia, tra nuove vicinanze (dentro casa) e inusuali distanze (fuori casa).

Ci siamo raccontati, dentro alla normalità della vita; c’è chi ha conosciuto la paternità, e allora in questo tempo sospeso ha avuto una luce forte che ha cancellato il buio fuori, e c’è chi ha riscoperto il rapporto con i fratelli o il valore delle piccole cose.

Abbiamo imparato a fare attenzione agli spazi, dentro casa e dentro al cuore.

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Continua a leggere14 marzo: tempo di famiglia

Il secondo venerdì di Quaresima, venerdì 5 marzo alle 20.30, è stato possibile grazie alla Commissione Famiglia cittadina che ha invitato al collegamento Rossella De Leonibus, psicologa e mediatrice familiare, esperta in dinamiche di coppia.

Una diversa vicinanza  – con lei collegata da Perugia dove vive e lavora – che tuttavia ci ha permesso di capire quanto sia importante nella coppia, nella famiglia (e più  in generale nel rapporto con gli altri), DIRE BENE dell’altro.

Vedere il bene dell’altro, le sua qualità positive. Maledire è solo guardare alle cose negative, che alla lunga crea nella nostra mente un’immagine sempre più negativa della persona che abbiamo accanto. Maledire appiattisce e falsa la percezione dell’altro.

Vedere solo le cose negative può portare poi a voler cambiare l’altro a tutti i costi, per conformarlo all’immagine che noi abbiamo in mente per lui/lei, quasi a volerlo riplasmare. Questo ahimè è alla luce di tante crisi nella coppia e nella famiglia.

E’ proprio il contrario di quel che si dovrebbe fare: rispettare l’altro per la persona originale che è e per il capolavoro che può diventare.

Benediciamoci e guardiamo alle cose belle che l’altro porta con sé e coltiviamole, perché la relazione fiorisca come uno splendido giardino.

Per riascoltare, clicca qui.

Continua a leggere5 marzo Benedirsi e benedire nella coppia

Pasqua speciale quest’anno, Pasqua in cui le nostre case sono diventate chiese. Come ricorda il Catechismo, “la famiglia cristiana è la chiesa domestica dove i figli di Dio imparano a pregare”. Ascoltiamo cosa è successo in una delle famiglie della nostra comunità. Ecco la testimonianza di Norma e Stefano.

Famiglia chiesa domestica. Questa frase ci ha messo in discussione e forse mai come in questo periodo, è diventata insieme profezia e stimolo per la nostra vita.

Il lockdown ha cambiato le abitudini in tante famiglie. La routine quotidiana è stata ri-organizzata: non più il treno da non perdere o la campanella che suona a dettare i tempi, ma il webinar online o la videolezione da seguire.

Questo per quanto riguarda il lavoro e la scuola; ma per quanto riguarda la nostra fede? Come è cambiato, nelle nostre famiglie, il modo di vivere la propria fede?

Come famiglia non ci siamo sentiti abbandonati e lasciati soli a reinventarci, per così dire, un modo diverso di vivere la nostra fede: i suggerimenti e le proposte fatte dalla diocesi e dalla nostra comunità pastorale sono state di stimolo per rimboccarci le maniche e cercare di rispondere ad una semplice domanda: “come vogliamo vivere il nostro essere cristiani in questo periodo di quarantena?”

La Messa domenicale è rimasta sicuramente il centro della nostra settimana, ma abbiamo vissuto questo appuntamento forse in maniera più consapevole; la preparazione del nostro altare domestico  ha aiutato ad entrare nel clima di preghiera ed ogni gesto fatto ha acquistato un significato preciso: dal raccogliere nel giardino i fiori da mettere nel vaso all’accendere la lampada e mettere l’icona della famiglia intorno al portatile che è diventato la nostra finestra sull’altare della Prepositurale.

Forse è stata proprio questa una delle belle scoperte di questa situazione COVID-dipendente: il valore e il senso di quei gesti liturgici, che sono diventati automatici e, forse per questo, hanno perso un po’ di spessore … e così abbiamo pensato di riprodurre, sotto l’ulivo dell’UNITALSI trapiantato dal nonno, i segni del nostro Triduo Pasquale: la pagnotta fatta in casa e la brocca dell’acqua con l’asciugamano, la croce, la luce della lampada ad olio.

Anche i momenti di preghiera quotidiana hanno acquistato uno spessore diverso in questa Quaresima: il sussidio dell’ACR insieme ai 10 minuti online con don Federico e Massimo, i videomessaggi di don Denis e di don Federico, sono diventati spunto per una riflessione personale e familiare a partire dalla Parola.

Ma una cosa ci ha sorpreso e stupito sopra tutte: il desiderio, soprattutto da parte di Silvia e Laura, le nostre figlie, di raccogliersi in una preghiera silenziosa, in un dialogo tutto personale con il Padre.

Questo è quanto è successo nella nostra famiglia, ma abbiamo visto ed ascoltato esperienze simili da parte di altre famiglie della nostra diocesi.

Parafrasando le parole del nostro Arcivescovo all’inizio dell’anno pastorale, la situazione di questa quarantena sta diventando occasione propizia per crescere e maturare nella fede, un’occasione perché le famiglie diventino consapevoli di essere un “luogo teologico” privilegiato.

Norma e Stefano

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Don Denis ci propone la lettura di questo articolo a firma del Cardinale Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.

“Nella Chiesa abbiamo un tesoro nascosto, la famiglia. (…) Lo Spirito ci suggerisce di riscoprire il sacramento del matrimonio, in forza del quale le nostre case sono una piccola chiesa domestica.

(…) Ogni famiglia è una cellula dove Gesù è stabilmente presente. E non se ne va.”

Per la lettura integrale, ecco il link.

https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2020-03/cardinale-farrell-osservatore-romano-chiesa-coronavirus.html

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Ti preghiamo Signore per la nostra famiglia, perché ci conosciamo sempre meglio e ci comprendiamo nei nostri desideri e nei nostri limiti.

Perché ciascuno di noi senta e viva i bisogni degli altri; perché a nessuno sfuggano i momenti di stanchezza, di disagio, di preoccupazione dell’altro; perché le nostre discussioni non ci dividano, ma ci uniscano nella ricerca del vero e del bene.

Perché ciascuno di noi nel costruire la propria vita non impedisca all’altro di vivere la sua; perché viviamo insieme i momenti di gioia di ciascuno e guardiamo a Te, che sei la fonte di ogni vera gioia; perché, soprattutto, conosciamo Te e Colui che ci hai mandato, Cristo Gesù.

Perché la nostra famiglia non si chiuda in se stessa, ma sia disponibile ai parenti, aperta agli amici, sensibile ai bisogni dei fratelli.

Perché ci sentiamo parte viva della Chiesa in cammino e possiamo continuare insieme in cielo il cammino che insieme abbiamo cominciato sulla terra. Amen.

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Delpini incontrando i giovani fidanzati il marzo scorso nella basilica di Sant’Ambrogio, così diceva:

Siate una profezia di pace. Una società dove la famiglia è trascurata, è malata di una tristezza inguaribile. Siate una testimonianza che la vita è capace di generare vita, che l’esistenza non è un’avventura solitaria, ma un affidamento gli uni agli altri.

Un uomo e una donna che si amano e che si sono messi in cammino per prepararsi al matrimonio cristiano vivono momenti esaltanti e altri momenti di ordinario tirare avanti.

Ma la promessa di Gesù è di essere con i suoi discepoli tutti i giorni.

Continua a leggereGesù è con voi tutti i giorni

I fiocchi di neve caduti domenica 27 gennaio non hanno scalfito la voglia della comunità di Regina Pacis di ritrovarsi per la festa della famiglia.

La S. Messa delle 10.30 è stata molto curata e partecipata da una trentina di coppie giovani (erano invitate speciali quelle sposate da poco, fino ai 9 anni di matrimonio), presenti chi con il primo figlio, chi con due, chi in attesa del terzo o quarto figlio!

A tutti i presenti hanno testimoniato la bellezza dell’amore cristiano, rinnovando le promesse fatte il giorno del matrimonio.

Don Fabio ha ricordato l’importanza di ciò che san Paolo dice nella lettera agli Efesini, proposta come 2° lettura (5, 33 – 6, 4); amare è rispettarsi l’un l’altro e ai figli è chiesto di obbedire e onorare i propri genitori, promessa di felicità per godere di una lunga vita sulla terra. Molto significativo il momento del grazie.

L’amore degli sposi è fecondo grazie a Dio che li mette sul cammino giusto.

A Dio hanno detto grazie perché si sono scelti, sono diventati una famiglia; grazie per ogni giorno, grazie nelle piccole cose, quelle che trasmettono ai figli e di cui è facile dimenticarsi. Il grazie aiuta a focalizzarsi sulle cose positive e a guardare con sguardo buono all’altro. È questo grazie che rinforza il rapporto.

È questo grazie che diventa forma del riconoscimento dell’altro. “Ti vedo, ti riconosco che hai fatto questo”.

Il termine è la gratuità di cui ci rende capaci Cristo.

Dopo la S. Messa, tanti hanno condiviso il pranzo in oratorio. E molto apprezzati sono stati, nel pomeriggio, i laboratori per i bambini che alcune mamme hanno organizzato con molta cura.

Continua a leggereFesta della famiglia: quanta bellezza!

Pensieri per la coppia, in vista del 27 gennaio, festa della famiglia.

La tensione rimane, non si annulla.
I limiti vanno superati, senza negarli.
Le opposizioni aiutano.
L’opposizione apre un cammino, una strada da percorrere.

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Festa della famiglia la prossima domenica 27 gennaio. Un appuntamento importante a cui non potete mancare.

Si comincia con la S.Messa alle 10.30, a cui sono invitate in modo particolare le coppie da 0 a 9 anni di matrimonio.

Segue il pranzo comunitario in oratorio, alle 12.45. Non occorre prenotare, c’è posto per tutti. Basta portare qualcosa di buono da condividere con gli altri.

Infine, dalle 15.00 in poi giochi, canti e momenti proprio per stare  … in famiglia.


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