Forse il più grande servizio sociale che possa essere reso da chiunque al Paese all’umanità è formarsi una famiglia” (George Bernard Shaw)

Torna domenica prossima la Festa della Famiglia. E il pensiero va a quella di Nazareth che dovrebbe essere un esempio, un modello per le nostre famiglie. 

Che sia un po’ irrealistica come proposta? Con quella famiglia così strana, diversa, unica….

E noi, con le difficoltà che abbiamo ogni giorno!

La Chiesa invece ce la propone con coraggio. E se sappiamo ascoltare con cuore aperto, scopriamo qualcosa di inatteso.

La Parola non ci giudica. La parola di Dio risana. Non ci fa credere che esiste un mito di famiglia felice e sorridente, irrorata di Spirito Santo.

È realista la Parola, anela all’impossibile, ma quello vero.

La Chiesa ci propone il modello della famiglia di Nazareth, non per imitarla nella sua straordinarietà ma nella sua ordinarietà. Non nelle relazioni orizzontali, ma in quelle verticali. Non per sentirla lontana e irraggiungibile, ma per vedere le tante somiglianze con la nostra esperienza.

In quella famiglia, in quei rapporti, c’è Dio di mezzo. 

È ciò che manca spesso nelle nostre relazioni.

Lo sguardo all’Ultimo.

Pensiamoci. Per diventare liberi di amare.

Continua a leggereFamiglia: Dio di mezzo

Come aiutare i nostri figli a diventare grandi, anche a scuola?

Me lo domandavo venerdi’ scorso, 16 novembre, andando a sentire Luigi Ballerini alle Orsoline. Focus della serata: l’alleanza scuola famiglia. E’ davero possibile parlare di alleanza?Vediamo gli spunti che mi porto a casa.

Educare è aiutare i nostri figli a diventare grandi, a cavarsela da soli e a gestire le situazioni che si trovano ad affrontare, perché vivano da protagonisti.

Quanti errori facciamo! Quando riduciamo la vita dei nostri ragazzi alla scuola e poi la scuola al voto. Una riduzione al quadrato! E quando con i compiti perdiamo un’occasione di educazione al lavoro; li invitiamo a farli, in fretta, quasi fossero una scocciatura. Siamo convinti di educare con le nostre prediche, così prevedibili! Educhiamo davvero quando agiamo, a cominciare dalla faccia che abbiamo la mattina, andando al lavoro. Lì si vede come trattiamo il nostro lavoro.

Non diamo più tempo ai nostri ragazzi. In 1ª elementare vogliamo che sappiamo già scrivere, far di conto e alla prima difficoltà, andiamo in crisi. Li carichiamo di una pressione fortissima. La scuola luogo di prestazione. Abbiamo poca pazienza. Li vorremmo piccoli geni. Ci arrabbiano se non sono come il modello di figli che abbiamo in mente.

Non li stimiamo abbastanza, quando stimarli vuol dire voler bene, anche quando sbagliano. Appaiono forti ma hanno dentro una fragilità incredibile; impariamo a riconoscerla, perché quasi sempre l’insuccesso scolastico è frutto di un malessere o di un problema che ha un’origine extrascolastica.

Riaccendiamo la comunicazione, raccontiamo di noi. Ai figli interessa tantissimo quello che facciamo. Troviamo dei momenti per comunicare davvero, altrimenti il paradosso è che li controlliamo, anche a distanza, ma poi ci perdiamo quello che pensano davvero. A mamma e papà non si deve necessariamente dire tutto, ma si può dire tutto.

Con la scuola, vogliamo togliere loro ogni fatica e siamo pronti a partire all’attacco dell’insegnante che ha una visione differente sui nostri figli. Così angeli buoni a casa e pesti insolenti a scuola. È possibile che i nostri ragazzi, in contesti differenti, si comportino in modi diversi. Se accade, è importante viverla come un’occasione per capire. Parlando con gli insegnanti e avendo a cuore solo il bene dei figli, liberi da pregiudizi.

Stiamo attenti anche a sanzionare eccessivamente i ragazzi, dando punizioni senza il sapore di una correzione vera. Allo stesso modo non promettiamo premi che con la scuola non c’entrano.

A volte basta un bene!, un bravo!, detto con il cuore, guardandoli negli occhi, a dar loro fiducia.

Conterà infine quello che sapremo offrire come prospettiva. Il nostro educare deve essere tutto in offerta, in aggiunta, con proposte che facciano vedere ai nostri ragazzi che la realtà è bella e che è più bello avere un amico di carne, piuttosto che un compagno di giochi virtuale.

 

Continua a leggereEducare: in aggiunta, non in sottrazione

Domenica 22 aprile dalle 16.00 alle 17.00 l’Equipe di Pastorale battesimale invita tutte le famiglie con bambini da 3 a 6 anni per un pomeriggio di festa insieme.

All’oratorio di via Legnani ci saranno disegni, racconti, canti, una merenda in allegria e un piccolo ricordo da portare a casa.

È un gesto con cui la Comunità Cristiana sottolinea la sua vicinanza –  e alleanza – alle famiglie nel meraviglioso anche se spesso faticoso compito di crescere i figli nel mondo di oggi.

Continua a leggereVenite con noi nel giardino della creazione

Venerdì 13 aprile alle 21.00 si terrà il 3º e ultimo incontro sull’Amoris Laetitia, dal titolo “Misericordia Pastorale, discernimento, integrazione”.

Chiesa San Giuseppe, al Matteotti. Relatore: Fulvio De Giorgi.

La famiglia è un viaggio impegnativo.
L’esortazione Amoris Laetitia è innanzitutto un messaggio di fede in un tempo in cui “mettersi in gioco” nella vita familiare è diventato qualcosa di complesso.
L’Amoris Laetitia mette a fuoco ciò che conta davvero: l’amore.
Tutto il documento insiste per assicurare la crescita dell’amore.

E il matrimonio è chiamata ad una costante maturazione.

Il tutto in un quadro di concretezza perché la famiglia non è un ideale astratto, ma un “compito artigianale” che si esprime con tenerezza.

 

Continua a leggere13 aprile: 3º e ultimo incontro sull’Amoris Laetitia

La Commissione Famiglia promuove, con le Acli, alcuni incontri per leggere e riflettere sull’Amoris Laetitia.

Appuntamenti:

– “I diritti della famiglia” il 12 marzo, h. 21.00, presso la sede ACLI di vicolo S.Marta (vedi volantino)

– “Amoris Laetitia: misericordia Pastorale, discernimento, integrazione” il 13 aprile, h.21.00, presso la Chiesa di San Giuseppe

“Al di là di te ti cerco.

Non nel tuo specchio

e nella tua scrittura,

nella tua anima nemmeno.

Di là, più oltre.”

(Pedro Salinas)

Continua a leggereConoscere l’Amoris Laetitia (proseguono gli incontri)

Una bella testimonianza quella dei coniugi Silvana e Giulio Sezzardini, bravi e coraggiosi nel raccontarsi.

Impressionante la commozione che li coglie, nel racconto, dopo tutti gli anni che sono passati!

Alcuni punti significativi, che possono aiutare la vita di ogni famiglia:

  • nel presentarsi, Silvana dice che ha visto, nella sua famiglia d’origine, l’amore. E’ cresciuta in una famiglia unita, dove le persone si volevano bene. Questo è stato determinante e le ha dato la forza di fare, nel momento della prova piu’ difficile (il tradimento del marito) i passi necessari per arrivare a perdonare.
  • Giulio, davanti ad una difficolta’ cosi’ grande, guardando al fallimento della sua vita fino a quel momento, si è ritrovato a pregare. Quali miracoli compie il Signore!
  • il Signore ci cerca sempre, siamo noi che dobbiamo accorgerci e accoglierlo. Nei primi 10 anni di matrimonio si sono resi conto di aver avuto dei segnali della Sua Presenza, ma non erano capaci di vederli. E’ quasi tutto nelle nostre mani, dobbiamo solo saper guardare con lo sguardo giusto.
  • che grande aiuto e conforto può arrivare dalla comunità! Avere un luogo preciso dove tornare e sentirsi a casa è fondamentale. Era quella chiesa e non un’altra. Poi da lì si recupera tutto e si scopre che il Signore è dappertutto. Ma un luogo conta per trovare quel senso di appartenenza che spesso manca.
  • all’inizio erano molto giovani, nel senso che il loro rapporto era impostato su basi fragili. C’era l’intuizione che quell’uomo/quella donna fosse per la vita, ma il loro matrimonio era costruito un po’ sulla sabbia, con tanti paletti. L’incontro con la Chiesa ha permesso di ricostruire in modo più sano il loro rapporto. La Chiesa e l’incontro con delle persone precise (testimoni) ha fatto reimpostare loro in modo corretto il matrimonio che vivevano.
  • colpisce come dentro il dramma del tradimento in qualche modo in entrambi si sia fatto largo il desiderio di ricominciare, di non perdere tutto, ma non ci fosse per loro una strada da seguire. Ma da soli non era possibile. Non ce l’avrebbero fatta. Solo nell’incontro con il Signore hanno trovato una via. È nell’incontro con Cristo che troviamo la possibilità di compierci.
  • il Signore può usare di tutto per prenderti. Persino la cosa più drammatica tra marito e moglie – il tradimento – può diventare il mezzo attraverso cui Lui li ha presi, incredibile a pensarci! E questo ha generato una grande libertà nel guardare il tutto, tanto da poterlo andare a raccontare davanti a tutti.

Una testimonianza vera. Tutti abbiamo maschere da strappare, e non possiamo farlo da soli, anche perché la cosa ci terrorizza. E’ già drammatico riconoscerle.

La Madonna abbraccia  sempre i suoi figli, anche prima che ne sentano il bisogno.

E sapere (almeno un poco) quanto siamo nel bisogno è cominciare a rinsavire.

Continua a leggereChe grande forza ha il perdono! (mica facile)

Il prefazio della Chiesa Ambrosiana riporta oggi questa espressione bellissima, che don Federico ha sottolineato durante la Messa con il solo tono di voce:

“la concordia dei reciproci affetti accompagna la vicenda di giorni operosi e sereni.”

È l’esempio di Maria, Giuseppe e Gesù ciò a cui devono guardare le nostre famiglie.

Il risultato sarà grandioso.

Non si tratta di idealizzare la famiglia di Nazaret – anzi! – quanto di aver caro l’amore reciproco e la preghiera a Dio.

Solo così ciascun membro può sentirsi atteso e accolto per ciò che è veramente.

E davvero si potrà dire, con le parole del Salmo di oggi:

“Vita e benedizione sulla casa che teme il Signore.”

 

Continua a leggereGiorni operosi e sereni

Ancora una testimonianza della nostra Norma; i suoi occhi hanno visto una bellezza del costruire, dimensione chiave dell’agire umano. Così ha visto tradursi in esperienza il motto di questo anno oratoriano.

« Vedrai, che bello!» lo si dice di solito ai bambini e ai ragazzi quando si è convinti di proporre a loro un’occasione da non perdere.

E un’occasione da non perdere, per i più piccoli, sono stati i laboratori organizzati da alcune mamme nelle ultime due domeniche; visto il periodo, il tema non poteva che essere quello natalizio.

Ed eccoli lì, attorno al tavolo, armati di matite e cartoncini, forbici e colla, ma soprattutto tanta fantasia, a preparare decorazioni per la casa e addobbi per l’albero.

Ad un certo punto, poi, ti accorgi che, in questo piccolo atelier di lavoretti, si sta diffondendo, un’atmosfera “buona”; ti guardi attorno e vedi:

  • i bambini più grandi, che aiutano i piccoli a destreggiarsi tra i vari taglia e incolla;
  • i genitori, che si regalano quel tempo tanto desiderato e cercato per stare con i propri figli;
  • mamme e papà che aiutano nel riordino e nella pulizia finale, come è normale in ogni famiglia (e l’oratorio cos’è se non una famiglia!).

Cos’altro aggiungere?

Ti aspettiamo nel 2018 per nuovi laboratori creativi … vieni in oratorio …

“Vedrai che bello!”

 

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