Torniamo sulla domanda “Per chi vivi?” che avevamo proposto lo scorso settembre in occasione della Giornata per il seminario (per chi volesse leggere l’articolo, si trova nell’archivio di settembre 2018).

Chiedersi “per chi vivo?” è fondamentale.

Il Papa Francesco invita i giovani – ma la questione vale per tutti – a pensare la propria vita nell’orizzonte della missione.

Tante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: Ma chi sono io?

Tu puoi domandarti chi sei tu e fare tutta una vita cercando chi sei tu.

Ma domandati: Per chi sono io?”*

Solo questa domanda illumina davvero le scelte di vita, perché sollecita ad assumerle nell’orizzonte del dono di sé.

È questa l’unica strada per giungere a una felicità autentica e duratura!

La Colletta Alimentare, a cui tanti di noi, giovani e meno giovani, hanno partecipato, si inscrive come gesto in questa cornice.

Di una vita donata… perché tanto ha ricevuto, perché è grata al Signore, si sente voluta bene e per questo si muove.

 

 

*Discorso alla Veglia di preghiera per la Giornata Mondiale della gioventù, Basilica di Santa Maria Maggiore, 8 aprile 2017.

Continua a leggerePer chi vivi? (la domanda è cruciale)

Questo post riprende nel titolo il verso di una canzone di Sanremo 2018. È “Adesso” di Roy Paci e Diodato.

Un amico se ne è detto colpito, perchè essa tocca da vicino tanti temi e riesce ad arrivare al cuore delle persone.

Siamo tutti smartphone dipendenti…ma forse questa tecnologia ci ha tolto la poesia.
Che è come dire ….la bellezza della vita.

La canzone ha dentro un desiderio grande e una speranza.

“Torneremo a guardare il cielo, alzeremo la testa dai cellulari, per vedere quanto una luna ti può bastare.”

“Torneremo a parlare davvero senza bisogno di una tastiera.”

“Troveremo prima o poi il coraggio di vivere tutto per davvero”

Ecco, il punto è questo; affrontare la vita, vivere fino in fondo le esperienze che ci sono date.

Attenzione solo a non cadere nel rischio di un carpe diem, fermandosi al titolo “Adesso”, quasi che passato e futuro non contino.

Che differenza (!) rispetto alla canzone che ha vinto tra i giovani, “Il ballo delle incertezze” di Ultimo, dove si ribadisce che nella vita non c’è nulla di certo. Un mondo senza appigli, la società liquida di cui parlava Bauman.
Qui l’uomo è smarrito e si chiede “dov’è il senso”. Pure l’amore è fonte di incertezza, dolce al punto che ti culla, ma poi ti fa naufragare nel nulla.

L’uomo però non può stare senza un senso. Serve un significato.

Cercate, c’è dell’altro.

Un Altro che si commuove per me, un Amico, come l’aveva Lazzaro, nel Vangelo di oggi.

Solo così si possono vivere a pieno i momenti della vita; sarà forse scontato, ma mai come oggi attuale.

Testo e musica di “Adesso” lo raccontano con speranza e insieme preoccupazione…e con l’energia di un ritmo che gradualmente aumenta. È il desiderio di felicità mai sopíto nel cuore dell’uomo.

Continua a leggere“Vivere tutto per davvero”

Pinocchio: un personaggio scomodo, a tratti fastidioso…forse perché’ parla di noi.
Ci mette in discussione.
Noi e la nostra vita.

Ieri sera il primo incontro di un cammino, dentro alla esperienza di lettura che ciascuno di noi ha fatto con “L’avventura di Pinocchio” di Franco Nembrini.
Cammino che ci rimette davanti alcune domande chiave, a cui Nembrini in alcuni casi proverà a suggerire una risposta.

Grazie agli spunti di Roberto, Maurizio e Roberto ve ne offriamo 3:
1. La partenza è la realtà: come fanno (o dovrebbero fare) mastro Geppetto e mastro Ciliegia. Nell’affrontare le vicende della vita, cosa vuol dire per noi partire dalla realtà?

Di fronte alla vita, ciascuno fa dei progetti, insegue degli obiettivi, è giusto…ma lo scarto della vera riuscita sta tra chi vede solo il suo progetto, convinto di poter far tutto e se qualcosa va storto, la colpa è sempre di qualcuno, così che alla fine diventa un arrabbiato della vita, e chi invece è disposto a modificare il suo piano, a fidarsi di ciò che accade, a guardare più in là.

2. Certo le tentazioni non mancano, il male, il peccato ha sempre un volto affascinante. L’uomo senza un sostegno e’ debole. Debole anche di fronte alla questione della giustizia.

Ha una sete inestinguibile di giustizia, ma la sua giustizia e’ sempre imperfetta, finanche ingiusta.
Cosa vuol dire allora la ricerca della giustizia? Che ricerca di senso c’è dietro?

3. L’uomo che scivola nel peccato e che si allontana dalla casa del Padre, come Pinocchio, che pensa di poter fare tutto da se’, cade sempre più verso il nulla.

Conosce la notte e finisce per scambiare certi aspetti come idoli; povero illuso (!), e, senza più un padre, finisce per avere un padrone. Nella sua caduta, al massimo grado, l’uomo può arrivare anche all’autodistruzione, come il Pinocchio di Collodi che si addormenta vicino al fuoco (il sonno della ragione) e gli bruciano i piedi.
Che idoli abbiamo nella nostra vita?

Continua a leggereDomande intorno al Pinocchio di Nembrini