Chiesa di Saronno

Chierichetti

Il ministrante, oggi chiamato “chierichetto”, è un ragazzo o una ragazza che ha deciso di assumere un incarico di servizio nella sua comunità durante le celebrazioni liturgiche come la Messa, le processioni, i battesimi, le cresime, i matrimoni e i funerali. I chierichetti, essendo giovani, ricoprono un ruolo di assistenza all’interno della Chiesa, svolgendo mansioni che includono portare i paramenti liturgici, assistere il sacerdote durante la messa, distribuire libri liturgici ai fedeli e gestire altre attività liturgiche.

Il servizio dei chierichetti non è limitato alle singole parrocchie, ma si estende all’intera comunità pastorale. Partecipano attivamente alle celebrazioni che coinvolgono le sei parrocchie della comunità. Inoltre, durante eventi cittadini di rilievo, i chierichetti sono affiancati dai cerimonieri della città. Questi ultimi non solo gestiscono gli eventi comuni della comunità pastorale, ma garantiscono anche il corretto funzionamento delle celebrazioni nelle varie parrocchie della città. Questa collaborazione riflette l’importanza dei chierichetti nella vita religiosa locale e il loro ruolo fondamentale nel supportare le pratiche liturgiche e spirituali della comunità.

Colori Liturgici

La differenza dei colori nelle vesti liturgiche e nei paramenti, serve ad esprimere in modo visibile la caratteristica particolare dei misteri che vengono celebrati nei periodi che si susseguono lungo il corso dell'anno liturgico

Vocabolario Liturgico

Termine generico per indicare ciò che si indossa durante le celebrazioni liturgiche (è tale anche la tunica del cantore o la veste del ministrante)

È quel rettangolo di tela bianca che il sacerdote pone sulle spalle e lega ai fianchi prima di indossare il camice, onde coprirne la scollatura. Normalmente lo si indossa sotto il camice; nella tradizione ambrosiana esso viene indossato sopra.

Parte della preghiera eucaristica in cui si ricorda l’opera della salvezza.

Per es. nella preghiera eucaristica IIl l’anamnesi-offerta suona cosi: “Celebrando il memoriale del tuo Figlio, morto per lat nostra salvezza, gloriosamente risorto e asceso al cielo, nell’attesa della sua venuta ti offriamo, Padre, in rendimento di grazie, questo sacrificio vivo e santo”.

sin. manutergio

Normalmente è usato con la “brocca”. Serve per asciugare le mani quando si fa un lavabo.

È una specie di “tenda mobile” trasportabile mediante aste, sotto quale si porta in processione il SS. Sacramento o la Reliquia della Croce.

Un baldacchino fisso in muratura sorretto da colonne detto “ciborio” sovrasta l’altare di alcune chiese (per es. nella basilica di S. Ambrogio).

sin: fonte battesimale

È la vasca, contenente acqua, originariamente di forma ottagonale, usata per amministrare il Battesimo. detto anche fonte battesimale in quanto battistero indica propriamente il luogo in cu si trova il fonte battesimale (cappella interna alla chiesa o edificio esterno ad essa).

Libro liturgico contenente le benedizioni per le diverse circostanze.

È un’anfora di metallo o di altro materiale (ceramica o vetro) che si usa per portare all’altare l’acqua che serve per l’abluzione del sacerdote; questo nella celebrazione della Messa avviene dopo la presentazione del doni. È possibile però farlo ogni volta che si rendesse necessario (dopo le unzioni o l’imposizione delle ceneri).

 

È la “coppa” di metallo (normalmente dorato) nella quale si versa il vino per l’Eucaristia.

Il calice può essere benedetto dal vescovo o anche da un sacerdote con un rito particolare.

Veste bianca lunga fino ai piedi, di solito fermata ai fianchi dal cingolo. Lo si indossa per la Messa e per le altre celebrazioni liturgiche. Se il camice non copre pienamente l’abito comune, è necessario usarlo con l’amitto. Secondo la tradizione ambrosiana, alcuni camici presentano alle maniche e nella parte. inferiore anteriore e posteriore applicazioni di tessuto decorato dette “aurifregi”.

Lo si può usare per richiamare con discrezione l’attenzione dell’assemblea al momento dell’elevazione e nella Benedizione Eucaristica.

Più usato, invece, quello a muro, alla porta della sacrestia, per avvisare il popolo dell’inizio della celebrazione.

sin: torce, ceroferari, cilostri

Sono candele, montate su candelieri, normalmente usate dai ministranti “da terzo” soprattutto nei momenti processionali e per la proclamazione del Vangelo. Il termine è tipicamente ambrosiano.

Striscia di tessuto nei vari colori liturgici applicata intorno al collo della dalmatica e della pianta

Anticamente era unito all’amitto.

Veste propria per il sacerdote nella celebrazione della Messa o dei riti liturgici cui è unita anche la Messa. È di tessuto colorato a seconda del colore liturgico e ricopre le spalle e le braccia, arrivando fin quasi ai piedi.

È una candela di grosse dimensioni che viene utilizzata durante la Veglia Pasquale. La si colloca sull’altare durante il tempo pasquale e la si tiene in evidenza in occasione del conferimento del Battesimo e nelle esequie dei defunti. È simbolo di Cristo e della sua vittoria sulla morte: nella tradizione ambrosiana è simbolo della luce di Cristo risorto.

È il cordone che cinge i fianchi del sacerdote dopo che ha indossato il camice.

È il quadrato di lino generalmente inamidato che si stende sull’altare: nella celebrazione della Messa, prima di deporvi doni; in altre celebrazioni con l’Eucaristia, quando bisogna deporvela sopra.

Veste bianca dalle ampie maniche e lunga fino alle ginocchia che si indossa sopra l’abito talare; in alcune celebrazioni può sostituire il camice.

Tavolo, collocato nel presbiterio, su cui si predispone quanto potrà servire nelle celebrazioni (vasi sacri, ampolline, brocca, campanello).

È il segno della redenzione: su di essa Cristo ha vinto la morte e ci ha donato la vita, compiendo la sua vicenda terrena. Le norme liturgiche richiedono che la croce sia sempre collocata in modo visibile sull’altare o presso di esso; viene onorata con l’inchino e l’incenso (nel Venerdi santo con la genuflessione ed il bacio).

Si distinguono:

  • Croce processionale o astile: portata in processione (con l’immagine del Crocifisso rivolta al sacerdote presidente) e collocata presso l’altare; nella domenica delle Palme viene ornata con rami di ulivo.

  • Croce pettorale: indossata dal vescovo, appesa ad un cordoncino o catenella.

È la veste liturgica propria del diacono. Di tessuto colorato, come richiesto dai vari tempi liturgici, aperta sui fianchi. Sopra la dalmatica il diacono porta la stola. Anche il vescovo indossa la dalmatica, al di sotto della casula, in alcune celebrazioni festive.

 

È il libro liturgico che contiene tutti i brani di Vangelo da proclamare durante le celebrazioni. Può anche essere sostituito dal Lezionario (vedi).

È un alto bastone sormontato da un globo di metallo con una croce che vicari episcopali tengono nella mano sinistra durante le celebrazioni liturgiche.

Nella celebrazione liturgica l’uso dell’incenso è segno d’onore: onorano Dio, il suo popolo.

La nube di incenso che sale verso l’alto è stata anche vista come un segno della preghiera che sale gradita a Dio e quindi to onara.

INFUSIONE Indica l’azione di “introdurre” l’incenso nel turibolo.

Esprimono e segnalano il ministero pastorale del vescovo. Sono l’anello, la croce pettorale, il bastone pastorale, la mitra.

 

È un lume ad alio o a cera che arde perennemente accanto al tabernacolo (vedi). Essa indica ai fedeli la presenza dell’Eucaristia e ricorda loro il Cristo sempre vivo che è presente e prega per noi. Proprio per questo, quando non è presente l’Eucaristia nel tabernacolo, essa rimane spenta. Con questo termine si indica anche una lampada portatile con uno stoppino che viene usata nei riti lucernali; quando la si usa, la si può collocare in evidenza nel presbiterio per il resto della celebrazione.

 

È l’arredo mobile sul quale si appoggia il Libro della Parola, se non c’è l’ambone (vedi). Lo stesso termine indica anche l’arredo più piccolo da collocare sull’altare per sostenere il messale.

LEZIONARIO È il libro liturgico che raccoglie tutta la Parola di Dio annunciata nelle celebrazioni liturgiche festive e feriali nel corso dell’anno (Antico e Nuovo Testamento). Come dice il nome stesso, a differenza dell’Evangeliario non contiene solo i vangeli, ma anche le letture e le epistole oltre che i salmi. In mancanza dell’Evangeliario, lo può sostituire. E’ suddiviso in 3 libri (mistero dell’Incarnazione, mistero della Pasqua, mistero della Pentecoste per ognuno di questi uno feriale e uno festivo) ed è situato sul leggio

all’ambone

MANUTERGIO Vedi asciugatoio.

È il libro liturgico che contiene tutti i testi necessari, tranne le letture, alla celebrazione della Messa, incluse le rubriche (vedi). Contiene anche le cosiddette premesse che ne spiegano il senso e l’uso. Ogni rito ha un suo proprio messale: esistono dunque il messale romano e quello ambrosiano.

È il copricapo portato dal vescovo e da alcuni prelati nelle celebrazioni liturgiche. a forma di piccola nave) contenente l’incenso che

Specie di vaso (normalmente in metallo) viene usato nella liturgia con un piccolo cucchiaio con cui infonderlo nel turibolo.

È il “vaso sacro” che si usa per esporre l’Eucaristia alla adorazione dei fedell e per la Benedizione eucaristica. L’ostensorio ambrosiano ha una tipica configurazione “a tempietto” e non a “raggiera” come nel rito romano. Può essere collocato su un tronetto (vedi).

È un alto bastone dall’estremità ricurva che il Vescovo tiene con la mano sinistra, segno del suo ministero di pastore del gregge affidatogli da Gesù.

Il piatto dorato che si usa assieme al calice per la celebrazione della Messa. Serve a contenere il pane per l’Eucaristia. Ha forme e ampiezze diverse

sin: Piattino

Con questo nome viene, di solito, indicato il piccolo piatto di metallo che si può usare alla comunione del fedeli e, se questa non viene deposta sulla mano, esso viene tenuto sotto il mento per impedire che la stessa cada in terra.

Anche questo è un “vaso sacro” che contiene le particole consacrate per la comunione dei fedeli e per la conservazione nel tabernacolo. Ha la forma di un ampio calice col coperchio.

È un ampio mantello con cappuccio, chiuso davanti con un fermaglio. Lo si usa, nei vari colori liturgici, in molte azioni liturgiche, eccetto la Messa. Lo si indossa dopo la stola sopra la cotta o sopra il camice.

Tradizionalmente il termine indicava il luogo della predicazione (non necessariamente durante la celebrazione eucaristica), abbastanza elevato e collocato i maniera visibile nelle vicinanze dell’assemblea Attualmente si tende a utilizzarlo come sinonimo di ambone (vedi).

È un piccolo fazzoletto di lino che si usa all’altare per asciugare il calice e i vasi sacri dopo le purificazioni della Messa.

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