Si è da poco conclusa alla Regina Pacis la Festa patronale che quest’anno ha visto la vicinanza e la partecipazione alla S.Messa e alla processione del cardinal Angelo Bagnasco. Una presenza cordiale che si è fatta apprezzare anche al pranzo insieme di domenica 28.
La pandemia ormai alle spalle ha fatto tornare con gioia a questo appuntamento grandi e piccini.
Che la nostra comunità continui a camminare sotto lo sguardo sapiente di Maria, umiltà via di Cristo!
Maggio ha visto anche i nostri ragazzi di prima media ricevere il Sacramento della Cresima, che si è svolto in Prepositurale, alla presenza del vescovo Luca Raimondi.
L’augurio per questi ragazzi è che comprendano che la Cresima è un dono da conservare, da curare. “Non dobbiamo metterlo nel cassetto, ma conservarlo nel cuore”, diceva Papa Francesco nel 2022 parlando a braccio ai ragazzi genovesi.
Perchè la Cresima non dev’essere il sacramento dell’addio, ma ciò che ci fa andare avanti, nella Chiesa e nella vita, per diventare buone persone, buoni cittadini, buoni cristiani.
Domenica 30 gennaio celebriamo la Festa della Famiglia. Lo scorso 26 dicembre il Papa ha regalato a tutti noi per la prima volta una Lettera agli sposi: un dono prezioso e un incoraggiamento che giunge in un momento difficile per le famiglie di tutto il mondo a causa del perdurare della pandemia.La Lettera spinge a vivere intensamente la vocazione al matrimonio. La famiglia che ne scaturisce è una ricchezza e un dono per la società e per la Chiesa.Qui alcuni stralci:
Abbiamo vissuto l’incertezza, la solitudine, la perdita di persone care e siamo stati spinti a uscire dalle nostre sicurezze. (…). La relazione con Dio ci plasma, ci accompagna e ci mette in movimento come persone e ci aiuta a uscire dalla nostra terra, in molti casi con un certo timore e persino con la paura dell’ignoto, ma grazia alla nostra fede cristiana, sappiamo che non siamo soli perché Dio è in noi, con noi e in mezzo a noi. (…)
Come Abramo, ciascuno degli sposi esce dalla propria terra fin dal momento in cui, sentendo la chiamata all’amore coniugale, decide di donarsi all’altro senza riserve.
Così, già il fidanzamento implica l’uscire dalla propria terra, poiché richiede di percorrere insieme la strada che conduce al matrimonio. Le diverse situazioni della vita – il passare dei giorni, l’arrivo dei figli, il lavoro, le malattie – sono circostanze nelle quali l’impegno assunto vicendevolmente suppone che ciascuno abbandoni le proprie inerzie, le proprie certezze, gli spazi di tranquillità e vada verso la terra che Dio promette: essere due in Cristo, due in uno.
Un’unica vita, un noi nella comunione d’amore con Gesù, vivo è presente in ogni momento della vostra esistenza. Dio vi accompagna, vi ama incondizionatamente.
Quarta serata della Festa Patronale con don Giacomo Rossi e il brano in cui Maria va a far visita alla cugina Elisabetta. Maria, una giovane donna che ha una gioia grande nel cuore e che la prima cosa che fa è andare da un’amica, da Elisabetta, per condividere con lei questa gioia.
Don Giacomo ha condotto la sua riflessione aiutandosi con 4 opere d’arte.
La prima è la “Visitazione del Carmignano” di Pontormo, pittore del 1500. In quest’opera vediamo che Maria ed Elisabetta stanno sullo stesso piano, la giovane e la vecchia insieme e si abbracciano e in questo abbraccio sembra quasi che ballino insieme.
“Quando siamo contenti di qualcosa, non stiamo a guardare i titoli delle persone, perché l’importante diventa il condividere questa gioia, con chiunque ci passi accanto”
Maria ed Elisabetta stanno sulla scena sproporzionate, assumono dimensioni giganti rispetto a ciò che sta loro attorno e in più il loro incontro avviene a Firenze, in un luogo brutto perché davanti al carcere della città. Eppure esse di tutto questo paiono non accorgersi, tanta è la loro gioia. È “una gioia che non arriva dal mondo. Chi la prova diventa un gigante agli occhi degli altri.”
Infine vi sono le due figure sullo sfondo, di fronte a noi, che sono in fondo due copie di Maria ed Elisabetta, ritratte di profilo. Queste figure ci interrogano: “E tu, sei felice così? Hai qualcosa per cui dire grazie nella vita?”
Quasi 500 anni dopo, nel 1995, un artista come Bill Viola, espressione dell’arte contemporanea più innovativa, che sperimenta nella video-arte, ripropone la scena del Pontormo in un video in cui due donne si abbracciano e i loro vestiti alla fine si gonfiano dal vento ed esse si toccano. È un abbraccio eterno, un abbraccio di cui l’uomo di oggi ha ancora bisogno.
La terza opera è ancora la “Visitazione” del pittore Albertinelli, esposta agli Uffizi. Albertinelli è considerato un pittore minore del 1500 italiano, uno che aveva saputo copiare i grandi, Michelangelo, Perugino, Leonardo che lo avevano preceduto.
Tuttavia la sua opera colpisce, specie per quei due visi, di Maria e di Elisabetta che si avvicinano quasi a sfiorarsi e per quella stretta di mano fra le due, così forte, che suggella un’unione, un’intesa profonda. E un’umanità incredibile.
Un’opera che spesso passa in secondo piano e che invece un ragazzo di trent’anni, un artista di strada contemporaneo, Zelda, ripropone in uno dei vicoli del rione sanità a Napoli. Zilda ha riprodotto fedelmente l’opera di Albertinelli e poi è andato a incollarla su uno dei muri di Napoli, mettendoci dietro uno sfondo rosso. Un’operazione per trasmettere ancora emozioni, per interrogare lo spettatore. E l’opera assume un’umanità pazzesca. E ci dice che l’abbraccio tra generazioni è ancora possibile.
Tutte le serate possono essere riascoltate sul canale Facebook reginapacissaronno.
Terza serata della Festa Patronale con don Luca Giudici e le parole del libro dell’Apocalisse.
“Vedere le cose che vanno male, siamo capaci tutti, ma risanare, vedere cose nuove…facciamo più fatica.
Gesù è stato capace di dire che oggi c’è la salvezza, noi invece balbettiamo.
Ma la nostra lotta quotidiana è già vinta, dal Risorto, dal sangue dell’Agnello.
Questa è la differenza cristiana! Nonostante tutto, noi possiamo, nel mondo, essere contenti, possiamo essere portatori di speranza, perché siamo salvi per Cristo. Persone con i piedi per terra ma che sanno guardare al Cielo. Tutto allora diventa affrontabile.
Tutto ciò che è umano è stato salvato. Il male è vinto. C’è un orizzonte di futuro che si apre e che è per noi, oggi. Allora si può far festa, ci si può incontrare, ci si può sposare…
Oggi, la salvezza è entrata in questa casa. Per noi. Per tutti.”
Questa sera, giovedì 20 maggio, sarà con noi don Giacomo Rossi. Le serate potranno essere seguite in diretta (o in seguito riascoltate) anche sul canale Facebook reginapacissaronno.
Seconda serata della Festa Patronale con don Fabio Verga. Abbiamo ascoltato il Vangelo di Luca in cui si narra dell’annuncio dell’angelo a Maria.
Maria che dice il suo Sì. E da lì comincia una storia che rende possibile anche questa nostra storia oggi, qui, dentro la comunità cristiana di Regina Pacis.
“Quante cose diamo per scontate nella vita. E così non sappiamo a volte più nemmeno ringraziare. Invece nulla è scontato davanti a Dio. E tutto è grazia.
Noi siamo segno della sua grazia, segno di un Amore che ci precede.
Nel brano di Vangelo di Luca, la Parola si fa carne, è una Parola che è grazia, che si avvera.
E l’Angelo dice a Maria ‘Il Signore è con te, rallegrati! Non temere. Così anche noi, non siamo soli davanti alle sfide della vita. Sempre il Signore ha per noi una parola amica che ci riconsegna alla fiducia. Il Signore è grande, per questo non dobbiamo avere paura.
Nulla è impossibile a Dio. Tu diventerai madre, dice ancora l’angelo. La potenza dell’Altissimo ci aspetta e ci precede. Il Sì di Maria diventa carne; per noi quel sì diventa dono e responsabilità.
Quale sì ci chiede oggi la Parola di Dio? Perché come Dio ha avuto bisogno del Sì di Maria per entrare nel mondo, così oggi ha bisogno della nostra fedeltà, della nostra obbedienza, perché la nostra vita possa cambiare.”
Questa sera, mercoledì 19 maggio, sarà con noi don Luca Giudici. Le serate potranno essere seguite in diretta (o in seguito riascoltate) anche sul canale Facebook reginapacissaronno.
Il programma ci invita ad uscire, ogni sera, alle 20.30 per ritrovarci in Chiesa a pregare e ad ascoltare una meditazione sulla figura di Maria, attraverso le voci dei sacerdoti che hanno svolto una parte di ministero nella nostra parrocchia.
Ieri sera abbiamo ascoltato don Fabio Coppini (alcuni stralci): “Come si fa a stare sotto la croce? Come avrà fatto Maria a stare lì, in quel momento drammatico? Maria è riuscita a stare sotto la croce per la fedeltà a quel primo Sì che aveva detto nella sua vita. In quel momento è diventata ancora più vera la sua povertà e verginità. Maria, come fanno esperienze anche le madri di oggi e di sempre, sotto la croce comprende come il Figlio sia altro da sè.
Sotto la croce Maria fa esperienza del suo essere madre. Fa esperienza di un amore – non che lega- ma che libera! Anche a noi è chiesto di essere fedeli ai Sì che abbiamo detto. Anzitutto il Sì alla vita.
E poi Giovanni, che era lì sotto la croce con Maria. Proprio lì Giovanni scopre la preferenza di Cristo per lui, scopre l’amore di Cristo, la pienezza della sua vocazione. La preferenza …che è risposta ad una chiamata.
Gesù ci chiama a stare con Lui. Malgrado le fragilità di chi abbiamo accanto. Preghiamo perché possiamo fare esperienza di amicizia di persone che hanno negli occhi gli occhi di Gesù. “
Preghiamo perché nella nostra comunità di Regina Pacis sia possibile fare esperienza di questo.
Questa sera sarà con noi don Fabio Verga, domani don Luca Giudici e giovedì don Giacomo Rossi. Le serate potranno essere seguite in diretta (o in seguito riascoltate) anche sul canale Facebook reginapacissaronno.
Che fortuna avere i nonni! Oltre ad essere una preziosa risorsa nell’organizzazione dei ritmi della famiglia, hanno un ruolo di supporto educativo fondamentale.
I nonni rappresentano la saggezza, l’esperienza, la disponibilità.
Da una parte offrono al bambino uno spazio di emozioni significativo, dall’altra hanno un ruolo di autorità complementare a quello dei genitori verso i nipoti.
Oggi preghiamo per i nostri nonni, perché siano sempre i nostri angeli custodi nel trovare la rotta della vita.
“Il sorriso e il bacio dei nonni sono un tesoro da custodire tra le più grandi ricchezze della vita” (Papa Francesco)