Il dono per questa settimana è l’invito ad essere come bambini, anzi, come il Bambino del presepio. Ad essere, come il bambino, bisognosi di tutto e a dipendere da qualcun altro.

A volte anche il non sapere bene cosa chiedere, cosa soddisfa il bisogno che abbiamo, andando come a tentoni, nella nebbia (chi c’era ad ascoltare Alberto Pellai – qualche venerdì fa a parlare di educazione – vi troverà delle analogie).

“Il tempo di Natale propone molte immagini utili affinché la nostra vita riesca.

Il presepio di Betlemme è un’immagine della nostra umanità.

Dobbiamo prendere coscienza che siamo soltanto la stalla in cui nasce Dio.

Altra immagine è quella del Bambino nel presepio: gli artisti lo hanno raffigurato nella mangiatoia che sorride, vi giace, guarda il mondo.

È, semplicemente, è presente.

Così noi, esserci, senza doverci giustificare, dimostrare il nostro valore o produrre qualcosa. (…)

Questa è vera libertà. Essere come il Bambino divino significa tornare a quel che in noi non è ancora stato adulterato dal mondo, qualcosa di genuino, unico, irripetibile.

Fidati del Bambino in te.”

(tratto da A.Grun, Immagini dell’anima: la forza risanante dell’anno liturgico, Queriniana)