La Sagrada Familia è un’opera interessante. Una cattedrale ancora in costruzione a più di 100 anni dal suo inizio e che da sempre affascina per la sua bellezza.

Bellezza che la parrocchia di Buccinasco ha deciso di esaltare con la proposta, in occasione della festa patronale di questi giorni, di una mostra dedicata alla Sagrada Familia e al suo iniziatore, l’architetto catalano Antoni Gaudì (del quale è aperta una causa di beatificazione).

Siamo andati a vederla, desiderosi di respirare Bellezza e di condividerla ora con voi.

Ecco alcuni spunti:

“È il popolo che fa il tempio della Sagrada Familia, per questo in esso si riflette il suo modo d’essere. È un’opera che sta nelle mani di Dio e nella volontà del popolo. Vivendo a contatto con il popolo e rivolgendosi a Dio, l’architetto svolge il proprio compito. È la provvidenza che, secondo i propri disegni, porta a termine i lavori.”

Gaudì crede nella Provvidenza e al contempo fa vedere come Dio, facendosi uomo in un Gesù, valorizzi in modo incredibile la nostra fatica quotidiana.

Nella porta della carità,  Gaudì mette Maria e Giuseppe e dietro di loro la figura di Gesù, carpentiere al lavoro nella bottega paterna.

Gesù trascorre la gran parte della sua breve esistenza terrena in un’oscura officina della Palestina e questo …non è forse un’esaltazione inaspettata del lavoro umano?

Che ciascuno renda utile il dono che Dio gli ha dato; la realizzazione di questo è la massima perfezione sociale. Chi deve costruire e realizzare qualcosa non critichi il lavoro altrui, né difenda il suo, ma agisca e diriga la critica alle proprie opere, per purificarle e migliorarle.

Gaudì stesso concepisce un progetto grandioso, vuole una cattedrale che sintetizzi la coscienza cristiana moderna, carica di tutta la storia della Chiesa e dell’arte che la fede ha generato nei secoli.

“Il mio cliente non ha fretta”, diceva riferendosi a Dio.

Egli attinge a tutto il ricco patrimonio artistico europeo e catalano, mette insieme romanico e gotico, suggestioni arabe e influssi liberty. Guarda alla natura con tale stupore da rintracciarvi in essa forme strutturali per la sua cattedrale.

La creazione continua incessantemente per mezzo degli uomini; l’uomo non crea, ma scopre solo le meraviglie di Dio.

Dirà: “Quest’albero è prossimo al mio Creatore: è Lui il mio maestro!”.

Come osservò Papa Benedetto XVI in occasione della consacrazione il 7 novembre 2010: “Gaudì introdusse dentro l’edificio sacro pietre, alberi e vita umana, affinché tutta la creazione convergesse nella lode divina, ma, allo stesso tempo, portò fuori i “retabli”(sono le grandi immagini sacre nella tradizione spagnola), per porre davanti agli uomini il mistero di Dio rivelato nella nascita, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo”.

Nella Sagrada Familia egli rovescia la struttura tradizionale delle cattedrali medievali: mette i grandi misteri della vita di Cristo all’esterno e all’interno invece lo spazio è segnato dalle forme naturali e dalla luce.

Il mistero cristiano è nel mondo, si mostra al mondo e porta il mondo, l’uomo, ciascuno di noi, dentro la Chiesa.

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