Cerchiamo volontari (e volontarie) per aiutare a pulire la nostra chiesa.

Si chiede la disponibilità il giovedì pomeriggio, con un impegno di un paio di ore.

È un segno di grande amore verso Dio.

N.B. Chi fosse disponibile a questo prezioso servizio lo segnali a don Federico

(cell. 349 0920012)

Continua a leggereAmore verso Dio

Ore 9.30 di un tranquillo martedì a Saronno. Spunta dal sagrato della chiesa un gruppetto di ragazzi, che entra deciso dalla porta principale. Vanno verso la sacrestia, lasciano lì giubbetti e giacche e prendono stracci, palette, scope e…si mettono al lavoro.

Matteo e Camilla, i due operatori che lavorano al CSE (Centro Socio Educativo) con i ragazzi disabili – e che oggi guidano il gruppetto – spiegano cosa c’è da fare e mostrano come procedere.

È così che i ragazzi del CSE di via Biffi si mettono al lavoro per pulire e rendere più bella la nostra chiesa. C’è chi spazza le foglie sul sagrato (ora con l’autunno ne cadranno tante), chi passa per le panche a togliere la polvere.

Questa attività, spiega Matteo, fa parte di un percorso chiamato FA, Formazione all’Autonomia: aumenta le capacità relazionali dei ragazzi disabili, rafforza autonomia e competenze, favorisce l’inserimento nel contesto del territorio, stimola la cura e l’attenzione verso uno spazio condiviso da molti.

È incidente nel reale. È un fare, che dà senso.

E li fa sentire anche orgogliosi di contribuire a tenere bella la nostra chiesa, quindi sviluppa un rapporto di vicinanza.

Questi gli scopi alla base di questa attività, che dopo la pausa estiva, i ragazzi del CSE hanno cominciato a svolgere ogni martedì mattina.

Un paio d’ore, forse invisibili ai più, ma che sono preziose per tutti.

L’amore delle cose me ne ha insegnato l’uso”: così scrive Helen Keller nella sua biografia e questa è la lezione che mi porto a casa.

 

Continua a leggereIl CSE a servizio della chiesa

Tanti di voi sono in partenza per le vacanze. Potrebbero essere occasione di sperimentare la “chiesa in uscita” di cui tanto parla Papa Francesco.

Lo ha ricordato anche a Ginevra il 21 giugno scorso, al Consiglio Mondiale delle Chiese:

“Il cammino è metafora che rivela il senso della vita umana, di una vita che non basta a se stessa, ma è sempre in cerca di qualcosa di ulteriore…

Occorre rinunciare a tante strade per scegliere quella che conduce alla meta e ravvivare la memoria per non smarrirla…

Camminare richiede l’umiltà di tornare sui propri passi, quando è necessario, e la cura per i compagni di viaggio, perché solo insieme si cammina bene.”

Buon viaggio! Buone vacanze!

Continua a leggereChiesa in uscita: d’estate? No, tutto l’anno!

Chi ha vista buona avrà notato un cartiglio, simile ad una pergamena antica, sull’architettura in polistirolo che racchiude quest’anno il presepe della nostra Chiesa.

È una bellissima riflessione sulla Chiesa, tratta da i Cori da ‘La Rocca’ del poeta e scrittore americano T.S. Eliot.

Ve la riportiamo per intero, anticipo di un lavoro che ci aspetta ogni giorno, quello della dimensione testimoniale della Chiesa.

 

SEMPRE IN CAMMINO

In luoghi abbandonati

noi costruiremo con mattoni nuovi

vi sono mani e macchine

e argilla per nuovi mattoni

e calce per nuova calcina

dove i mattoni sono caduti

costruiremo con pietra nuova

dove le travi sono marcite.

Costruiremo con nuovo legname

dove parole non sono pronunciate

costruiremo con nuovo linguaggio

c’è un lavoro comune una Chiesa per tutti

è un impiego per ciascuno, ognuno al suo lavoro…

E la Chiesa deve sempre edificare, e sempre decadere,

e dev’essere sempre restaurata.

Noi subiamo le conseguenze di tutte le cattive azioni del passato:

dell’ignavia, dell’avarizia, della gola, della dimenticanza

del Verbo di Dio, dell’orgoglio, della lussuria,

del tradimento, di tutte le azioni peccaminose.

 

Non esiste vita se non nella comunità,

e non esiste comunità, se non è vissuta in lode di Dio.

Persino l’anacoreta che medita in solitudine, per il quale

i giorni e le notti ripetono le lodi di Dio,

prega per la Chiesa, il Corpo di Cristo incarnato.

Continua a leggereLa Chiesa secondo Eliot (dal cartiglio del presepe)

Con questo secondo post, completiamo le riflessioni sulla 1ª lettera pastorale dell’arcivescovo.

Se nel primo capitoletto egli spiega nell’oggi il cap.21 dell’Apocalisse, nei successivi scrive di ciò che gli sta a cuore per la Chiesa di Milano.

Chiede a tutti di “appassionarsi alla vocazione ad essere pietre vive” della Chiesa e sottolinea che “la vita cristiana non è percorso solitario, non l’iniziativa personale, ma il convergere nella città“.

Tra le priorità indica la liturgia: “azione che dà forma alla fede“, non rito e basta ma “condizione perché il celebrare sia alimento per il vivere”.

E richiama alla responsabilità di “testimoniare una fede che diventi cultura, proponga una vita buona, desiderabile per tutti”.

I cristiani non possono sottrarsi al compito di “praticare il discernimentonel mondo e nella società in cui vivono, altrimenti non saranno mai il sale della terra, nè il lievito che fa fermentare la pasta.

Il nuovo skyline di Milano, con i suoi grattacieli, chiama i cristiani a raccogliere la sfida di declinare in modo nuovo il tesoro della tradizione ambrosiana

Continua a leggereLettera Pastorale di Delpini: pietre vive siamo noi

La 1ª lettera del nuovo arcivescovo di Milano Delpini mi colpisce fin dal titolo: “Vieni, ti mostrerò la sposa dell’Agnello” (che è un versetto dal cap. 21 dell’Apocalisse).

Il verbo mi richiama alla memoria il Gesù che nei Vangeli esorta i suoi discepoli: “Venite e vedrete”.

Quando diciamo “vieni” a qualcuno, stiamo facendo un invito.

Una proposta.

E colui che se la sente fare, capisce che c’è da fare un cammino (venire è verbo di movimento); gli è richiesto un lavoro, una prova, una verifica.

Ecco, potrei fermarmi qui, al titolo: esso mi svela già molto della fede in Cristo.

La sposa dell’Agnello è la Chiesa (Gerusalemme nuova), “che vive nella storia”, come scrive nel testo l’arcivescovo e che “può accogliere tutti, perché le sue fondamenta sono solide“.

E più avanti:

“Non si tratta di impresa umana, non di efficienza organizzativa, non di un esercizio di potere, non di un regolamento né di una disciplina, non di una tradizione.” (…)

“Tutto è possibile perché Dio abita nella città.”

(riflessioni da una prima lettura della Lettera Pastorale da parte di una parrocchiana)

Continua a leggereLettera Pastorale di Delpini: il ‘venite e vedrete’ che fa la Chiesa