“L’attesa è stare con il naso schiacciato contro una vetrata.
Tutto normale. Solo che, avendo imparato la gioia dell’attesa, ogni tanto la gente, in qualunque momento e in qualunque luogo si trovasse, tirata fuori la sua vetratina. Se l’appiccicava al muso e si godeva l’alto e vaporoso che il fiato formava sul vetro, rimanendo così, in lieta attesa.

Allora il mondo si fermava di nuovo ma, con l’invenzione delle vetratine tascabili, si fermava di meno, in modo non così evidente, diciamo con maggior discrezione.

Certo è che si fermava comunque un po’, era inevitabile ormai, (…) ma non era poi così grave, anzi: che il mondo cominciasse a rallentare sembrò, almeno ad alcuni, persino una cosa buona.” (E se covano i lupi, P.Mastrocola)

Ma noi, questo tempo di attesa, come lo stiamo vivendo?
Siamo in Quaresima, non in Avvento, eppure ci è chiesto di attendere: i dati delle 18.00 emanati dalla protezione civile, il nostro turno in fila per entrare al supermercato, il riavvio del pc dopo che la connessione è caduta perché non abbiamo la fibra, ecc.

E il Signore? Stiamo aspettando di fare la Pasqua con Lui?