In una delle vetrate della nostra chiesa c’è rappresentato l’episodio biblico del serpente tentatore e della mela mangiata da Eva.

A partire da questo, ecco la riflessione della settimana proposta da don Luca:

C’è un serpente; non si sa bene da che parte arrivi. Porta un frutto.

Il mondo è la creazione buona e splendente di Dio, dove Adamo ed Eva passeggiano con Dio. Eppure si è introdotto il sospetto che ci sia qualcosa di oscuro, di nascosto agli uomini e che Dio voglia dunque difendere il suo potere a danno degli uomini.

Il serpente offre il frutto mancante alla creazione, e promette che si apriranno loro gli occhi e con la nuova conoscenza acquisteranno anche la libertà e l’autonomia da Dio.

Da allora il sospetto è la presenza inquietante che si nasconde sotto ogni sorriso, che spunta un secondo dopo ogni carezza…Quando Gesù va da Lazzaro, qualcuno dice: lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?

Per chi lavora il sospetto? Cosa ne viene al serpente antico? E perché Dio non lo ha fatto fuori?

Guardiamo Gesù. Si trova anche lui nella zona deserta delle vicende umane, e si mette a parlare del regno di Dio: secondo Lui il mondo è ancora la casa comune di Dio e degli uomini. Con le parole guarisce i cuori e con le mani i corpi sofferenti. Poi prende i cinque pani. Sono pochi, troppo pochi! Ma soprattutto sono il contrario del potere!

Ecco la vera alternativa al potere, trovata da Dio stesso: benedire il poco non sufficiente, stare con tutti quelli che sono schiacciati dall’avidità di altri, rendere grazie, riconoscere la sorgente della vita, e spezzare.

Gesù continua a spezzare il pane anche in faccia alla morte. Gli chiederanno un’ultima volta di usare il potere di Dio per salvarsi, senza accorgersi che l’unico potere di Dio è dare vita. Anche lì dove non sembra più umana.

don Luca