Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12, 4-7)
4 Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. 5Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. 6Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. 7Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!
Dal febbraio 2024 gruppi di ragazzi, di famiglie e tantissime persone sono arrivate in questo Santuario per pregare davanti alla reliquia del beato Carlo Acutis. È una cosa piccolina, si tratta “solo” di un CAPELLO.
Il 3 Maggio del 2024, rispondendo alle domande di tantissimi ragazzi che erano venuti per la celebrazione che festeggiava il compleanno di Carlo, don Ennio Apeciti ha spiegato in modo semplice ma profondo che cosa è una reliquia:
“Noi seppelliamo le persone per una tradizione antica: non tutto finisce qui sulla terra. Siamo nati un giorno ma vivremo eternamente. Si cresce. Cominciamo a nascere da un piccolo seme, si impara a camminare, ad andare in bici, a leggere. Si impara tutto. La vita è un’esperienza. Perché siamo nati? Perché ci hanno voluto i nostri genitori ma anche Dio. Ci sono dei giorni in cui neanche la mamma sa che aspetta un bambino ma solo Dio. Noi continueremo a vivere anche dopo la morte. Seppellire vuole dire far passare la persona da questo mondo all’altro. Un defunto è qui con noi anche se è presso Dio. Ancora di più, noi veneriamo i santi perché sono qui con noi ma loro sono presso Dio. Custodiamo i santi perché sono già con Dio e gli affidiamo le nostre preghiere. Tutti sono chiamati ad essere santi ma vediamo poi qualcuno è in grado di fare miracoli. Le reliquie non sono ‘semplicemente’ dei capelli o dita: appartengono al corpo di un santo e quindi avere una ciocca di capelli vuol dire avere tutto il santo presso di noi. La reliquia non è solo “qualcosa di” un santo, la reliquia “è” il santo. Anche nel frammento c’è il tutto. Custodire la reliquia vuol dire custodire tutto”.
Questo capello di un ragazzo che già adesso si trova in Paradiso, ci assicura la sua intercessione (cioè la sua amicizia: Carlo ci è vicino e ci aiuta) e poi ci ricorda che – come diceva il Vangelo – Dio si prende cura di quanto avviene su questa terra: nemmeno un passerotto è dimenticato davanti a Dio e che anche i capelli sulla nostra testa sono tutti contati (uno per uno!).
Cosa ci ha detto questo Vangelo? Cosa ci ricorda questo capello?
Noi siamo persone uniche e originali ma molto spesso gli amici, la pubblicità, i social ci fanno diventare delle fotocopie cioè tutti uguali. Ci vuole attenzione per rimanere unici e originali come Dio ci ha creati, ci vuole impegno per diventare quel capolavoro che corrisponde alla nostra vocazione, alla nostra personale chiamata…
magari scrivendo – con parole tue – qualcosa di quello che hai intuito nel corso di questo pellegrinaggio in Santuario, accompagnato da Carlo Acutis. Davanti alla sua reliquia trovi dei foglietti di carta e anche la sua CASSETTA DELLA POSTA:
Ricevi una fotocopia… puoi scriverci un tuo pensiero originale!
Puoi scrivere e inviare la tua preghiera anche online tramite il tuo smartphone, tramite questo MODULO DI CONTATTO
Puoi usare queste parole:
Beato Carlo,
non è facile per me dire: «non io ma Dio!»,
ma grazie al tuo esempio ci voglio provare.
Non è facile per me fare dell’«Eucaristia
la mia autostrada verso il Cielo»,
ma so che tu ci sei riuscito a correre verso l’infinito.
Lo hai fatto in modo semplice: cercando il Signore ogni giorno.
Anche io oggi smetto di guardare solo a me stesso,
rivolgo a Dio il mio sguardo e cerco in Gesù un amico.
Carlo, ragazzo santo,
stammi vicino, come un fratello,
come un compagno di studi e di giochi.
Aiutami a mantenermi unico e originale,
a non diventare fotocopia di nessuno,
a imitare i santi ma «così come sono io»,
a scrivere liberamente le pagine della mia vita,
ma dentro la storia irripetibile
che Dio vuole vivere con me. Amen
rivolgendoti a Gesù, perché Carlo ha sempre insegnato a rivolgersi verso il Signore Gesù che si è fatto vicino a ciascuno di noi:
Signore Gesù,
guidami nel mio cammino.
Sono tuo discepolo e amico
e tu sei il mio Signore e il mio Dio.
Nessuno ha un amore più grande
di chi dà la sua vita per i propri amici.
Tu hai dato la vita per me,
per darmi una vita nuova,
che va oltre la morte.
Tu mi ami con un amore infinito.
Grazie, Signore, per il dono della tua vita.
Grazie perché mi sei vicino, sempre. Amen
TORNA alla tua vita di tutti i giorni, ma un pochino migliore
(grazie all’aiuto di Gesù,
all’intercessione di Carlo Acutis
e al tuo impegno…)