Assisi: di Francesco la via vogliam seguir

“Quando si parte per un viaggio di piacere, di solito si è spinti dal desiderio di raggiungere una meta che ci sta particolarmente a cuore. In un pellegrinaggio è invece la meta che si fa a noi prossima nel rispetto della nostra libertà, è il desiderio che si svela nella sua profondità, è la risposta che si insinua nei nostri cuori.  Salendo sul pullman per raggiungere Assisi ci siamo portati appresso, con il bagaglio, dolori, preoccupazioni, paure, dubbi, incertezze e fragilità. All’arrivo, abbiamo incontrato due amici che ci hanno aiutato a trasportare le nostre valigie, a svuotarle da ciò che ci appesantiva e a riempirle di emozioni e stupore. San Francesco e Carlo Acutis, un piccolo frate e un ragazzo, il passato e il presente legati dallo stesso filo, l’immenso amore per il Padre e il Figlio. Gli occhi di Francesco puntati sul libro della croce, quelli di Carlo immersi nell’Eucarestia, come aghi della bussola ci hanno ricordato qual è la sola Via per raggiungerli in Paradiso. Camminare giorno per giorno con Gesù, in letizia, serenità di cuore e abbandono alla sua volontà, con lo sguardo rivolto alle necessità dei fratelli più fragili e bisognosi. Passeggiando nelle vie della cittadella, tra la gente intenta a scattare foto e a raccontarsi con l’insostituibile cellulare, il mondo di Francesco e Carlo ci è sembrato un abito fuori moda. La forte testimonianza di don Enrico, la sua sensibilità di commuoversi di fronte ai doni di Dio, la simpatia del gruppo, la freschezza e l’allegria di Alessandro, Cristian, Davide, Simone e Sofia, sono stati i segni della grazia di Dio che ci hanno fatto ricredere. (Paola e Massimo)

“Il 30 e 31 ottobre scorsi ho partecipato al pellegrinaggio ad Assisi, organizzato dalla nostra comunità. Un luogo ed una meta sempre ricca di misticità, di fratellanza e di tutti quei valori semplici che Francesco ha insegnato, cambiando il cuore delle persone. (…) Un’emozione grande, toccante, che mi ha accompagnata per tutto il pellegrinaggio. E grazie a tutti coloro che si sono spesi per donarci due giorni così ricchi di testimonianze di Fede autentica. (Teresa)

“Due giorni intensi: visite, preghiere, chiacchierate, giochi, canti, risate…Quante cose belle in così poco tempo! Abbiamo vissuto lo stupore di fronte a tanta bellezza, tra natura, chiese, strade lastricate. Abbiamo celebrato l’Eucarestia in due luoghi speciali: una cappella della Basilica di San Francesco e il Santuario di Rivotorto, che conserva il Sacro Tugurio, la piccola costruzione che fu il primo luogo di ritrovo per San Francesco e i suoi “amici”. Abbiamo pregato sulla tomba di Carlo Acutis e la fede di questo giovane così innamorato di Dio ci ha interpellati. Abbiamo ascoltato le parole davvero toccanti di Padre Rafael che ci ha parlato dei dipinti della basilica con una capacità comunicativa davvero grande: una “catechesi a colori”. Abbiamo gustato la compagnia dei compagni di viaggio, un gruppo di pellegrini ben assortito, tra i 7 e gli 87 anni da subito in armonia: quanto è preziosa la condivisione! Abbiamo seguito don Enrico, che ci ha accompagnati con grande entusiasmo. Grazie a chi ha organizzato, a chi ha partecipato e a tutta la comunità che ci ha accompagnato con la preghiera.” (Anna)

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«La speranza è audace,

sa guardare oltre la comodità personale,
le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte,

per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa»  (Papa Francesco)

Non perdiamo la speranza!

Cristo è presente, ieri, oggi e domani.

Continua a leggereBuona Santa Pasqua 2022

Venerdì 25 marzo la Chiesa ha celebrato l’Annunciazione dell’angelo a Maria (narrata nel Vangelo di Luca 1, 26-38). E’ una festa del Signore, ma la protagonista è questa fanciulla, ragazzina, di Nazareth. Una volta in più emerge il modo di fare del Dio della Bibbia: porta il mondo verso traguardi infiniti, ma mai da solo, sempre con alleati e gli alleati non se li cerca tra i potenti.

Questa festa, come ogni festa cristiana, è una sorta di sacramento, è qualcosa che ci coinvolge e rende noi protagonisti del mistero celebrato. Oggi siamo noi quelle persone da poco delle quali Dio ha bisogno per spalancare davanti al mondo un futuro luminoso, un futuro di pace. E noi oggi gli diciamo “conta su di me“, conta su questo corpo e su questa testa, a volte così limitati, perché ciò che ti serve è la mia libertà, non la mia forza.

E poi c’è un altro aspetto, oltre a quello della libertà. Lo rappresenta molto bene il pittore Tiziano, a cui appartiene l’immagine qui sotto, che raffigura l’Annunciazione. Di tutto il racconto del Vangelo (l’angelo arriva, entra, saluta e poi va), Tiziano sceglie un fotogramma che si comprende dalla mano alzata dell’angelo. Non è il gesto dell’allocuzione – che nel mondo classico indicava quando una persona iniziava a parlare – ma è il gesto che accompagna le parole dell’angelo quando dice a Maria “Non temere! …. nulla è impossibile a Dio”.

Quel “Non temere!” è lì fissato per sempre sulla tela, di cui vediamo anche il particolare. Non dobbiamo avere paura neanche noi oggi, nulla è impossibile a Dio. Sta a noi rispondere sì al suo invito, come fece Maria.

Tiziano, Annunciazione, 1558, Napoli
Tiziano, Annunciazione, particolare

Continua a leggereLa libertà e il non temere

Abbiamo ascoltato ieri la testimonianza dei genitori di Marco Gallo, tragicamente scomparso all’età di 17 anni il 5 novembre 2011.

Ci hanno restituito l’immagine di un ragazzo appassionato della vita, anche audace nelle scelte e nelle esperienze che decideva di intraprendere. L’audacia gli arrivava dal poggiare la sua forza e la sua vita sulla presenza e sull’amore di un Altro, di Gesù.

Era attento ai fatti che gli succedevano, non come frutto del caso, ma come occasioni per coinvolgersi nella vita, per capirne il significato e il nesso con l’infinito. Un cuore aperto, uno sguardo spalancato sulla realtà. Senza censurare nulla.

E in tutto quel che faceva era libero, non perché tutto si può fare, ma perché era in compagnia del Signore. Un cuore teso e alla ricerca, libera, di qualcosa di abbastanza grande da soddisfare la vita.

Una vita che in quei brevi anni gli era diventata una cosa appassionante, perché tutta dentro la sapienza del Mistero di Dio. “Solo dal mistero io dipendo”, come ebbe a scrivere.

Continua a leggereOgni giorno scegli tu dove guardare

Cenere sul capo riceviamo in questo inizio Quaresima. Che significato ha? Lo scopriamo attraverso il messaggio dei vescovi italiani per questo tempo che ci prepara alla Pasqua.

La Quaresima quest’anno porta con sé tante speranze insieme con le sofferenze, legate
ancora alla pandemia che l’intera umanità sta sperimentando (…) Per noi cristiani questi quaranta giorni (…) sono l’occasione per (…) convertirci ad un modo di stare nel mondo da persone già risorte con Cristo.

(…) come un invito a una triplice conversione: conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità.
1. Conversione all’ascolto
(…) Nella Bibbia è anzitutto Dio che ascolta il grido del suo popolo sofferente e si muove con compassione per la sua salvezza (cfr. Es 3,7-9). Ma poi l’ascolto è l’imperativo rivolto al credente, che risuona anche sulla bocca di Gesù come il primo e più grande dei comandamenti: «Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore». A questo tipo di ascolto la Scrittura lega direttamente l’amore verso i fratelli (…) significa preparare il cuore ad amare senza limiti.
L’ascolto trasforma dunque anzitutto chi ascolta, scongiurando il rischio della supponenza
e dell’autoreferenzialità
.
2. Conversione alla realtà
(…) Il Dio cristiano è il Dio della storia: lo è a tal punto da decidere di
incarnarsi in uno spazio e in un tempo precisi. Impossibile dire cosa abbia visto Dio di
particolare in quel tempo preciso tanto da eleggerlo come il momento adatto per
l’incarnazione. (…)
L’ancoraggio alla realtà storica caratterizza dunque la fede cristiana. Non cediamo alla
tentazione di un passato idealizzato o di un’attesa del futuro dal davanzale della finestra. È
invece urgente l’obbedienza al presente, senza lasciarsi vincere dalla paura che paralizza,
dai rimpianti o dalle illusioni.
L’atteggiamento del cristiano è quello della perseveranza:
«Se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza» (Rm 8,25).
Questa perseveranza è il comportamento quotidiano del cristiano che sostiene il peso
della storia, personale e comunitaria.
(…)
3. Conversione alla spiritualità
Restare fedeli alla realtà del tempo presente non equivale però a fermarsi alla superficie
dei fatti né a legittimare ogni situazione in corso. Si tratta piuttosto di cogliere “la pienezza
del tempo” (Gal 4,4) ovvero di scorgere l’azione dello Spirito, che rende ogni epoca un
“tempo opportuno”.
(…) Lo Spirito domanda al credente di considerare ancora oggi la realtà in chiave pasquale, come ha testimoniato Gesù, e non come la vede il mondo. (…) Lo Spirito infatti non aliena dalla storia: mentre radica nel presente, spinge a cambiarlo in meglio. Per restare fedeli alla realtà e diventare al contempo costruttori di un futuro migliore, si richiede una interiorizzazione profonda dello stile di Gesù, del suo sguardo spirituale, della sua capacità di vedere ovunque occasioni per mostrare quanto è grande l’amore del Padre.

Continua a leggereQuaresima: con-vèrtere il cuore

Si è concluso da pochi giorni il Festival di Sanremo, che, come da tradizione, non manca di sollevare polemiche su questo o quel cantante. Ci sembra utile riportare qui quanto ha scritto in quei giorni, in una nota, l’Osservatore romano.

Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro. In punta di piedi.

Perchè Sanremo è Sanremo.

L’Osservatore è L’Osservatore.

E in questo caso si limita ad osservare che, volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico. Niente di nuovo. Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie.

Non ci sono più i trasgressori di una volta.

(02 febbraio 2022)

Continua a leggereTrasgressivo

Davanti ad un nuovo anno che comincia, i cristiani benedicono.

Recitano il Te Deum il 31 dicembre e il Veni Sancte Spiritus il 1° gennaio. Che grande lezione ci viene offerta!

E’ il segno che il tempo che passa è …. perché il tempo passi.

Non è un gioco di parole. E’ proprio così.

“Il tempo che passa è perché il tempo di Dio passi e si affermi potente in noi la grazia di Cristo.” (da uno degli ultimi messaggi video di mons. L. Negri, sacerdote ambrosiano deceduto il 31 dicembre 2021).

Solo così diventa possibile accettare tutto, attraversare le fatiche e “portare lietamente il peso delle iniziative di Dio nella propria vita” (mons. Negri).

Con lo sguardo di un bambino.

Continua a leggereBenedetto nuovo anno!

Nella visita di un bambino la promessa di risposta al nostro bisogno di salvezza.

Il “mestiere di vivere” e le preoccupazioni assillanti spesso soffocano l’anelito di salvezza, impediscono di vedere questa possibilità: Qualcuno di affidabile che venga ad incontrare le domande e ne sciolga il senso. (Mons. Davide Milani)

…eppure anche le nostre vite quotidiane sono salvate dalla bellezza, dall’occasione di un incontro, dall’opportunità di conoscere, condividere e contemplare il mistero della Natività!

E per tutti c’è questa possibilità.

Auguri! Buon Natale!

Continua a leggereBuon Natale!

Tante e bellissime le catechesi del Papa sulla figura di San Giuseppe. Qui alcuni stralci dall’udienza generale di mercoledì 1º dicembre, che ci aiuta in questo ultimo tratto verso il Natale.

“Pensate a questa storia narrata dal Vangelo. Maria e Giuseppe sono due fidanzati che probabilmente hanno coltivato sogni e aspettative rispetto alla loro vita e al loro futuro. Dio sembra inserirsi come un imprevisto nella loro vicenda e, seppure con una iniziale fatica, entrambi spalancano il cuore alla realtà che si pone loro innanzi.

Spesso la nostra vita non è come ce la immaginiamo. Sopratutto nei rapporti di amore, di affetto, facciamo fatica a passare dalla logica dell’innamoramento a quella dell’amore maturo.

(…) Amare non è pretendere che l’altro o la vita corrisponda alla nostra immaginazione; significa piuttosto scegliere in piena libertà di prendersi la responsabilità della vita così come ci si offre.

Giuseppe ci dà una lezione importante, sceglie Maria “a occhi aperti”. E con tutti i rischi.

I fidanzati cristiani sono chiamati a testimoniare un amore così, che abbia il coraggio di passare dalle logiche dell’innamoramento a quelle dell’amore maturo. Questo, invece di imprigionare la vita, può fortificare l’amore perché sia durevole di fronte alle prove del tempo.

San Giuseppe, tu che hai scelto di rinunciare al tuo immaginario per fare spazio alla realtà, aiutaci a lasciarci sorprendere da Dio e ad accogliere la vita non come un imprevisto da cui difendersi, ma come un mistero che nasconde il segreto della vera gioia.

Continua a leggereSan Giuseppe ci insegna l’amore vero