Uno sguardo che cambia

a cura di Silvia Grimoldi
 
 
Uno sguardo che ti vuole bene: questo il filo rosso che tiene assieme le testimonianze di don Claudio Burgio, di due carcerati e di Patrizia Colombo che li ha aiutati.
La settimana dedicata alla mostra sull’esperienza delle APAC in Brasile si apre così, mercoledì 20 settembre, alla Chiesa della Regina Pacis.
Chi c’era è rimasto affascinato dal racconto di vita dei due carcerati, che privi di un canovaccio, hanno semplicemente ripetuto quello che a loro è successo. L’autenticità di un’esperienza.
Uno sguardo che abbraccia la persona per intero e per quella che è. 

Uno sguardo che cerchiamo tutti.
– Questo sguardo per i ragazzi del Beccaria si può tradurre in cambiamento, quello vero, libero, non in forza di una legge. Don Burgio scommette ogni giorno, su di loro e sulla loro libertà, per quanto fragile.
– Anche Edmondo, ex carcerato, è stato guardato come infinita possibilità di bene. Resta affascinato dall’incontro con Patrizia, che lavora al carcere di Como, e con la sua famiglia, da cui si sente voluto bene, per davvero, per la prima volta nella vita, in forza di quello che è e basta. Da lì inizia per lui un cammino che gli permette di recuperare tutto, di smettere con la vita di prima, di costruire una famiglia sua e ritrovare quella d’origine.
– Lo sguardo arriva fino a Zef, che da Patrizia non si sente giudicato ma accolto e che arriva a tradurre INRI nell’esperienza di fede che comincia a fare: Io Non Ritorno Indietro.  Perché la possibilità di bene per sé l’ha vista e vuol continuare a stare con gli amici che glielo hanno mostrato. Ora può vivere il carcere da protagonista.
– Lo sguardo di Patrizia è stato possibile perché lei stessa è stata “rimessa al mondo” da chi l’ha guardata così. Per Patrizia il carcere, che è anche il suo lavoro, è diventato negli anni speranza generativa.
Questo sguardo lo ritroverà anche chi visiterà la mostra, resta aperta fino a mercoledì 27 settembre.

Una catena umana di sguardi, che si propaga quasi per osmosi e che parte da molto lontano, parte da un Gesù che seppe abbracciare così i suoi primi discepoli.