INVITATI A RENDERE RAGIONE DELLA NOSTRA SPERANZA


La speranza è questo vivere in tensione, sempre; sapere che non possiamo fare il nido qui: la vita del cristiano è “in tensione verso”. Se un cristiano perde questa prospettiva, la sua vita diventa statica e le cose che non si muovono, si corrompono. Pensiamo all’acqua: quando l’acqua è ferma, non corre, non si muove, si corrompe. Un cristiano che non è capace di essere proteso, di essere in tensione verso l’altra riva, gli manca qualcosa: finirà corrotto. Per lui, la vita cristiana sarà una dottrina filosofica, la vivrà così, lui dirà che è fede ma senza speranza non lo è.

(Papa Francesco)

Proveniamo da due anni difficili, dove il covid col dolore, le morti, il lockdown, le quarantene e le mascherine ci hanno tolto il fiato; giorni di contagio, di chiusure, di cambiamenti degli stili di vita. In tutto questo il cristiano quali parole ha da dire?
Può anche lui permettersi di cadere nella lamenetosità, nella critica sterile, nell’insulto da social contro tutto e tutti o è ancora in grado di offrire un filo conduttore per leggere la vita e le difficoltà in modo diverso?
Può il Vangelo ancora offrire non diciamo un senso, ma una prospettiva a tutto questo alla luce della fede?
Desideriamo compiere un percorso insieme di domanda e di ricerca in questa Quaresima per trovare speranza, per chiedere speranza, per capire dove stia ancora la speranza, virtù teologale e laica insieme, tanto preziosa, quanto fragile.

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Domenica 6/03/2022 – Dialoghi di pace