IL SERVIZIO DELLA CARITA’

«L’intima natura della Chiesa si esprime in un triplice compito: annuncio della Parola di Dio, celebrazione dei Sacramenti (liturgia), servizio della carità (diakonia). Sono compiti che si presuppongono a vicenda e non possono essere separati l’uno dall’altro»
(Benedetto XVI, Deus caritas est, 25)

Il servizio della carità non è l’elemosina o la moneta data di sfuggita a chi per strada chiede “la carità” come si usa spesso nel nostro linguaggio informale.

Essa è una dimensione costitutiva della missione della Chiesa ed è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza; tutti i fedeli hanno il diritto ed il dovere di impegnarsi personalmente per vivere il comandamento nuovo che Cristo ci ha lasciato (cfr Gv 15,12), offrendo all’uomo contemporaneo non solo aiuto materiale, ma anche ristoro e cura dell’anima

All’esercizio della diakonia della carità la Chiesa è chiamata a tutti i livelli: per questo c’è bisogno anche di un’«organizzazione quale presupposto per un servizio comunitario ordinato» .

NELLE PARROCCHIE

Nell’attività caritativa le tante organizzazioni cattoliche cercano di non limitarsi ad una raccolta o distribuzione di fondi, ma sempre hanno una speciale attenzione per la persona che è nel bisogno, educando la comunità cristiana a comprendere sempre più la logica del servizio, favorendo l’educazione alla condivisione, al rispetto e all’amore secondo la logica del Vangelo di Cristo.

L’attività caritativa della Chiesa, infatti, a tutti i livelli, deve evitare il rischio di dissolversi nella comune organizzazione assistenziale, divenendone una semplice variante.

La comunità cristiana di Saronno nelle Parrocchie e come Comunità Pastorale declina la carità promuovendo testimonianze di servizio, solidarietà, condivisione con i più deboli, vissute al suo interno e intorno a sé, come vie privilegiate per un cammino di autentica evangelizzazione.

“L’attenzione della Chiesa all’uomo nel bisogno si realizza anzitutto a livello di parrocchia (e di comunità pastorale cittadina) quale figura di comunità cristiana più facilmente accessibile a ogni persona. La parrocchia offre, per sua natura, particolari opportunità di conoscere la situazione di bisogno dei singoli, di stabilire rapporti personali con essi, di favorire l’inserimento della persona in condizione di svantaggio – il malato, l’anziano, il minore con problemi di disadattamento e così via – entro il contesto sociale nel quale egli vive”. (47° Sinodo diocesano, cap. 4, II.1)

Nel vivere questo servizio ai poveri la parrocchia non si limita a sollevarli nelle loro necessità, ma attesta loro in tutti i modi un’accoglienza fraterna e li aiuta a prendere coscienza della loro dignità. Allo stesso tempo viene una ricchezza spirituale all’intera comunità, dalla consuetudine di accostare chi vive nel bisogno.
La partecipazione alle difficoltà e alle attese di chi è povero, malato o in qualsiasi altro modo bisognoso, diventa per tutti come una scuola alla quale apprendere di nuovo e continuamente la verità del Vangelo di Gesù (cf Lc 4,18).